
Stefania ha trentun anni e una storia sentimentale finita dopo più di dieci anni quando comincia il suo viaggio alla ricerca di sé stessa. È un viaggio lungo e doloroso che passa attraverso la faticosa esperienza della psicanalisi. Durante questo percorso Stefania incrocia Tommaso. Lui è una contraddizione in termini. Ama tutto ciò che è fonte di piacere fine a sé stesso. In realtà dietro quella facciata di uomo cinico e superficiale si nascondono tutte le sue profonde fragilità e debolezze. Amare per lui è sempre stato fonte di sofferenza, per questo la sua regola è: non amare. Per lei amare è stata fino ad allora la sua unica ragione di vita e vivere senza amore equivale ad una non-vita. Iniziano così, inconsapevolmente, un comune percorso di “riabilitazione” all’amore. Lui non può prometterle niente. Può solo “concederle” di amarlo. E lei lo amerà, senza riserve, per quel suo essere freddo ed egoista. Lo amerà così tanto che lui non potrà fare a meno di quell’amore. Lo amerà tanto da rompere quel muro di ghiaccio e farlo innamorare di nuovo. Di lei. È un amore a tutto tondo, che coinvolge non solo la sfera emotiva e passionale, ma anche gli affetti quotidiani, le amicizie, il lavoro. È come se, a partire da questa storia, lei riuscisse a ridefinire le priorità della sua esistenza e a collocare al primo posto sé stessa. Non è l’egoismo a spingerla in questa direzione, ma la consapevolezza che la strada precedentemente percorsa si è rivelata del tutto fallimentare. Attraverso gli occhi del suo amante, lei vede di nuovo sé stessa. Attraverso le sue parole non dette, lei riesce ad esprimere i propri desideri più nascosti. Si ameranno tanto che di quel periodo lei non riuscirà a scrivere nulla. L’amore non si descrive. L’amore si vive, si sente. L’amore vero, ad un certo punto, non finisce, ma cambia forma. Rimane intrappolato tra le pareti di una casa, tra le note di una canzone, tra le righe di un diario. L’amore diventa silenzio.
Autrice: Stefania Zamboni